giovedì 29 dicembre 2011

Lavoro/ Italia, marea di disoccupati. Altro che statistiche...

Giovedì, 29 dicembre 2011 - 13:47:27

Di Giovanni Esposito

Una (grande) ragione per essere pessimisti. Se leggiamo le statistiche ufficiali, diffuse dalla propaganda governativa, sul tasso di disoccupazione nell'Unione Europea, sembrerebbe che il nostro paese non stia tanto male, ed, in ogni caso, meglio della media.

TABELLA 1


È credibile che in Italia solo otto persone su cento, in età lavorativa, siano senza lavoro? No. In primis le regole elementari della statistica ci insegnano che le grandezze confrontabili sono solo quelle omogenee, diversamente, quelle eterogenee, non risultano comparabili. Ebbene la misurazione del tasso di disoccupazione non avviene in maniera omogenea nei vari paesi, e, se anche lo fosse, non renderebbe giustizia alla reale situazione (sotto) occupazionale.
In secundis, la misurazione nasce viziata all'origine, perché viene effettuata confrontando alla forza lavoro, solo le persone "in cerca" di occupazione, che in Italia sono pari solo (si fa per dire) a due milioni di unità.
Ed allora, in maniera un po' bizzarra, accade che chi ha abbandonato la ricerca di lavoro, per disperazione, non rientri fra i disoccupati.

Allora a quanto ammonta la disoccupazione in Italia?
 Per rispondere con una ragionevole approssimazione, è sufficiente integrare le statistiche con due elementari considerazioni.
1) Un'analisi dell'oggettivo tasso di inattività (popolazione inattiva / popolazione)
TABELLA 2
Ci rende edotti, in maniera inequivocabile, che la penisola italica, è l'unico paese nel quale oltre un terzo della popolazione attiva non lavora.
D'altra parte, secondo la stessa Istat, circa 1,5 milioni di italiani, pur essendo disponibili a lavorare, non lo cercano attivamente perché convinti di non trovarlo. Più in particolare, la quota degli "scoraggiati" in Italia è quasi il doppio rispetto a quella della Spagna e nove volte superiore a quella della Francia.

2) La cassa integrazione guadagni (CIG), istituto previsto solo dalla legislazione nostrana, consistente in una prestazione economica (erogata dall'Inps) in favore dei lavoratori sospesi dall'obbligo di eseguire la prestazione lavorativa o che lavorano a orario ridotto. I soggetti che usufruiscono della CIG non vengono conteggiati fra i disoccupatati, neanche se la loro azienda è chiusa, ma di fatto lo sono. Nel 2010 i cassa integrati a zero ore hanno quasi raggiunto le 600 mila unità.

Se considerassimo, come giusto, cumulativamente le persone in cerca di occupazione, gli inattivi di necessità, gli scoraggiati ed i cassaintegrati, nel 2010 i senza lavoro sarebbero pari ad un esercito di 5 milioni di persone.
Poiché risulta evidente che la situazione nel mercato del lavoro nel 2011 è peggiorata, se ne può dedurre agevolmente che l'attuale disoccupazione in Italia è sopra al 20%.
http://affaritaliani.libero.it/economia/previdenza_lavoro_cig_ammortizzatori29122011.html#Scene_1

giovedì 15 dicembre 2011

Caro Monti, vogliamo semplificazioni!

Giovedì, 15 dicembre 2011 - 11:37:23
Di Giovanni Esposito
Egregio Presidente,
le potrei recriminare che, da un governo di luminari, invece di applicare qualche euro di tassa in più s
u sigarette, benzina, conti correnti, capitali e case, ci sarebbe aspettati misure sopraffine.  Però forse lei non aveva scelta e, come ci hanno insegnato le insufficienti manovre di aggiustamento degli ultimi 20 anni, solo i balzelli danno gettito certo.
Mi permetto, invece, di contestarle un altro tipo di vessazione: quella degli adempimenti.
Nel 2012 per calcolare l’Imu dovuta
, non basteranno più i dati catastali ed i regolamenti comunali, bisognerà considerare i familiari a carico.
Per calcolare lo sgravio Irap per le imprese sarà indispensabile effettuare calcoli complicatissi.
Come bisognerà effettuare il pagamento sui capitali scudati, per le attività già dismesse, non l’ha capito nessuno.
La comunicazione dati denominata “spesometro” è talmente nebulosa, che le stesse circolari ministeriali, lanciano dubbi su cosa debba essere comunicato.
Il questionario degli studi di settore, dal cui esito si traggono le liste per gli accertamenti, è un allegato diabolico le cui informazioni richieste, sempre crescenti, spesso non sono in possesso neanche dai contribuenti.
Egregio Presidente, metta pure tutte le tasse che vuole, almeno sia chiaro che cosa e come pagare. Di questo passo, anche il commercialista, risulterà non sufficiente.
http://affaritaliani.libero.it/economia/monti-vogliamo-semplificazioni151211.html

giovedì 1 dicembre 2011

Meglio i tango bond che il Sole 24 Ore

Venerdì, 18 novembre 2011 - 10:07:55
Di Giovanni Esposito, azionista “Il Sole 24 Ore S.p.a.”
Gentile Presidente dott.ssa Emma Marcegaglia,
un giorno si e l’altro pure, le ci risolleva con le sue sagge esternazioni
su cosa sia bene e giusto fare per la nostra Patria. Ma se il governo gestisse l’Italia, come il management ha fatto con la società controllata dall’associazione degli industriali, il Bel Paese sarebbe alla bancarotta. L’Italietta berlusconiana ha registrato una contrazione del Pil per 5 trimestri consecutivi. Il gruppo del Sole 24 ore, in perdita, di trimestri, ne ha totalizzato undici di fila.
l management, nel presentare i dati al 30 settembre 2011, ci rassicura con "L’attuazione del piano di riorganizzazione e rilancio produce un forte miglioramento dei risultati del Gruppo", ma il risultato trimestrale è in peggioramento: la perdita di 8 milioni è pari al 10% dei ricavi.
Lei ha detto "si riformino le pensioni di anzianità ", ed io condivido. Ciò nonostante, l’editore del giornale color salmone, ricorre ai prepensionamenti ed alla cassa integrazione.
Cosa succederà della montagna del debito pubblico italiano, oramai non lo sa più nessuno.
Risulta inutile richiamare alla sua memoria che, ad oggi, chi ha dato fiducia allo Stato Italiano ha recuperato il 100%, alla Grecia probabilmente il 50%, l’Argentina, nonostante il fallimento, ha restituito il 25-30% del capitale. Diversamente, chi ha sottoscritto titoli della società controllata da Confindustria, recupererebbe il 15%.
Che dire: meglio mettere i nostri risparmi nelle mani di uno stato fallito, che in quelle di viale dell’Astronomia.
Come Le avevo rappresentato il 04 febbraio, il piano industriale è inadeguato nei contenuti ed inefficace nella misure previste
Egregia presidente, chi ha gestito il Sole 24 ore, ha stuprato i risparmi di 27 mila famiglie.
La sua presidenza ricca di luci, rischia di essere macchiata dalle ombre di quella che si profila essere una caporetto della finanza: invero, al netto perfezionamento acquisto ESA Software S.p.A, entro la metà del 2012 la cassa dell’azienda sarà vuota.
Non le sottopongo di far rotolare le teste dei colpevoli, mi aspetto un piccolo atto di coraggio: le chiedo pubblicamente di appoggiare una mia azione di responsabilità verso gli amministratori ed il Presidente Luca Cordero di Montezemolo, in carica all’epoca dell’Ipo.
http://affaritaliani.libero.it/economia/meglio-tango-bond-che-sole-24ore181111.html

Nuovo medico, vecchie ricette

Giovedì, 1 dicembre 2011 - 16:18:28
Di Giovanni Esposito
Più che ad un governo delle larghe intese (quali?), viene già da pensare che, una classe politica riabilitativa di mignotte e trans, non potesse altro che partorire una volgare ammucchiata. D’altra parte che un capitano di banca, la cui missione in Italia è sempre stata quella di strozzare l’economia, possa essere messo a capo del Ministero dello Sviluppo economico è già, di per sé, prova di quanto sia soggettivo mettere la persona giusta al posto giusto.
Ciò premesso, e nella speranza che il mio scetticismo verso l’esecutivo dei maestrini, sia smentito, devo rilevare il primo passo falso.
L’accordo per Termini Imerese è il segno che in Italia, anche un governo di pluridecorati, non è in grado di capire che a crisi industriali vanno trovate soluzioni industriali. Nel 2011, come nella migliore tradizione della ex Cassa del Mezzogiorno, l’unica risposta è assistenza. In attesa, infatti, di gettare altri quattrini, dando credito ad un’azienda (la Dr) che non riesce a pagare puntualmente gli stipendi, è stata trovata la soluzione per i primi 640 lavoratori: gli corrisponderemo un indennizzo, con la rassicurazione che non si trovino un impiego, fino al raggiungimento dei requisiti pensionistici (una forma mascherata di baby pensionamento).
Per il futuro dei rimanenti 1312 dipendenti, già sul versante della matematica elementare, i conti non tornano: gli stessi che ci hanno convinto che la Fiat non aveva altra scelta nel chiudere lo stabilimento perché perdeva mille euro per auto prodotta, ora ci chiedono di credere in un progetto da 60 mila auto low cost. Il che, secondo i conti che ci hanno propinato dal Lingotto, dovrebbe significare 60 milioni di euro di perdita l’anno. Invece no, dalle nostre parti, le moltiplicazioni ognuno le fa come gli conviene: invero è unanimemente condiviso che un marginale assemblatore di 10 mila vetture, sia in grado di poter guadagnare, costruendo lo stesso prodotto (auto) che ha fatto scappare un produttore globale da 4,2 milioni di unità.
Nell’attesa che serpeggi nel pensiero dei capoccioni, almeno il dubbio che o Marchionne o De Risio oppure, come ritengo probabile, entrambi ci abbiano preso per i fondelli, non resta che constatare che l’equipe di luminari, chiamata al capezzale della moribonda Italia, come prima ricetta, non abbia saputo prescrive altro che la solita supposta.
http://affaritaliani.libero.it/economia/nuovo-medico-vecchie-ricette011211.html