giovedì 1 dicembre 2011

Nuovo medico, vecchie ricette

Giovedì, 1 dicembre 2011 - 16:18:28
Di Giovanni Esposito
Più che ad un governo delle larghe intese (quali?), viene già da pensare che, una classe politica riabilitativa di mignotte e trans, non potesse altro che partorire una volgare ammucchiata. D’altra parte che un capitano di banca, la cui missione in Italia è sempre stata quella di strozzare l’economia, possa essere messo a capo del Ministero dello Sviluppo economico è già, di per sé, prova di quanto sia soggettivo mettere la persona giusta al posto giusto.
Ciò premesso, e nella speranza che il mio scetticismo verso l’esecutivo dei maestrini, sia smentito, devo rilevare il primo passo falso.
L’accordo per Termini Imerese è il segno che in Italia, anche un governo di pluridecorati, non è in grado di capire che a crisi industriali vanno trovate soluzioni industriali. Nel 2011, come nella migliore tradizione della ex Cassa del Mezzogiorno, l’unica risposta è assistenza. In attesa, infatti, di gettare altri quattrini, dando credito ad un’azienda (la Dr) che non riesce a pagare puntualmente gli stipendi, è stata trovata la soluzione per i primi 640 lavoratori: gli corrisponderemo un indennizzo, con la rassicurazione che non si trovino un impiego, fino al raggiungimento dei requisiti pensionistici (una forma mascherata di baby pensionamento).
Per il futuro dei rimanenti 1312 dipendenti, già sul versante della matematica elementare, i conti non tornano: gli stessi che ci hanno convinto che la Fiat non aveva altra scelta nel chiudere lo stabilimento perché perdeva mille euro per auto prodotta, ora ci chiedono di credere in un progetto da 60 mila auto low cost. Il che, secondo i conti che ci hanno propinato dal Lingotto, dovrebbe significare 60 milioni di euro di perdita l’anno. Invece no, dalle nostre parti, le moltiplicazioni ognuno le fa come gli conviene: invero è unanimemente condiviso che un marginale assemblatore di 10 mila vetture, sia in grado di poter guadagnare, costruendo lo stesso prodotto (auto) che ha fatto scappare un produttore globale da 4,2 milioni di unità.
Nell’attesa che serpeggi nel pensiero dei capoccioni, almeno il dubbio che o Marchionne o De Risio oppure, come ritengo probabile, entrambi ci abbiano preso per i fondelli, non resta che constatare che l’equipe di luminari, chiamata al capezzale della moribonda Italia, come prima ricetta, non abbia saputo prescrive altro che la solita supposta.
http://affaritaliani.libero.it/economia/nuovo-medico-vecchie-ricette011211.html

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