venerdì 27 gennaio 2012

L’unica soluzione al debito pubblico: una Sgr di Stato

Venerdì, 27 gennaio 2012 - 10:21:00
Di Giovanni Esposito
Per motivi che ignoro, nessun osservatore e commentatore economico, ha ritenuto opportuno segnalare che le ultime manovre fiscali varate in Italia producono (e produrranno) una redistribuzione inefficiente del reddito. Quello che sta accadendo è molto semplice: si stanno tassando consumi, lavoro ed impresa, per remunerare la rendita da titolo di Stato.
Man mano che Bot e Btp vanno a scadenza, questi devono essere rifinanziati a tassi di gran lunga superiori. E l’Italia cosa fa: aumenta le tasse.
Nel tentativo, effimero, di rincorrere il pareggio, a regime il 5% del Pil dovrà essere drenato per pagare gli interessi sul debito pubblico.
Ciò avverrà, rispetto al 1992, con un’aggravante: allora, essendo il debito detenuto, quasi esclusivamente, da risparmiatori nazionali, la redistribuzione avvenne all’interno dello stesso paese. Oggi tassiamo i consumatori e pensionati italiani per remunerare gli investitori esteri.
L’equilibrio di bilancio, con un debito pubblico al 120%, potrebbe essere raggiunto con un aumento della pressione fiscale a due condizioni: bassi tassi di rifinanziamento del debito e variazione del Pil positiva.
Diversamente si rischia di innescare un circolo vizioso di aumento della pressione fiscale, caduta dei consumi, contrazione della produzione, minor gettito impositivo.
Ergo, nonostante le lacrime e sangue, il pareggio di bilancio nel 2013 non sarà raggiunto.
Al fine di evitare la morte del malato Italia, per eccesso di siringhe, si devono implementare misure che agiscano sullo stock del debito.
Se io fossi stato, per vostra sfortuna ma per il bene comune, al governo, a mercati chiusi avrei convocato un Cdm straordinario, decretando la conversione di tutto debito pubblico, in titoli al lungo termini con cedola al 2% annua. In altre parole avrei imposto a tutti i creditori dello Stato italiano, compreso il sottoscritto, una ristrutturazione del debito. I minori interessi richiesti sarebbero stati tutti compensati con tagli dell’imposizione fiscale; ed allora si che il Pil sarebbe ripartito.
Ma vi è un’altra soluzione, meno dolorosa, che mi permetto di sottoporre ai nostri governanti: secondo il Ministero dell’Economia, il patrimonio dello Stato, fra immobili, partecipazioni e concessioni, è pari a 1.800 miliardi di euro. Poiché la cessione dei singoli beni richiederebbe molto tempo (fra l’altro rischiando una svendita), si potrebbe costituire una Sgr pubblica nella quale far confluire progressivamente gli asset non strategici. Il fondo di Stato potrebbe essere quotato e/o assegnato per legge (es. il 10% di tutte le liquidazioni dei dipendenti pubblici), ed utilizzare i proventi a diminuzione del debito pubblico.
Questa operazione, portando il debito pubblico al 70-80% del Pil, innescherebbe un circolo virtuoso: meno debito pubblico, minori interessi sul debito, discesa dei tassi di rifinanziamento, aumento avanzo primario, diminuzione pressione fiscale, taglio spesa pubblica improduttiva, aumento del Pil, dell’occupazione e consumi, aumento gettito fiscale, meno debito pubblico ecc.
http://affaritaliani.libero.it/economia/debito-pubblico-sgr270112.html

4 commenti:

  1. Scrissi a Tremonti per un intervento in tal senso, volto a far cassa con la Borsa dei beni pubblici, da porre in un mercato a se! L'obiettivo era quello di far acquistare azioni a tutti: nel caso di forti crescite speculative, anche i piccoli avrebbero potuto trarre grossi vantaggi. In quel piano era previsto che chi avesse raggiunto una certa maggioranza azionaria, avrebbe potuto prendere il controllo del bene e gestirlo per ottenerne profitto. Le azioni non sarebbero state fittizie, ma reali: si trattava di fatto di un passaggio di beni, senza atto notarile o simile, ma con controparte borsistica. In pratica lo Stato avrebbe quotato i beni e i privati investitori se ne sarebbero presi una quota. Visto che ipotizzavo prezzi base totalmente fuori mercato, l'apertura doveva essere per tutti. Non è raro che lo Stato svenda a 50 quello che vale 100! Il mercato avrebbe subito colmato il divario e trascinato all'insù tutti i collocamenti sucessivi. Altra cosa, che spiegherò in un altro momento, era invece, un listino più riservato per Colosseo et similia!

    Bruno Lai

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    1. A me sembra una strada tutto sommato non folle!

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  2. con tutto il rispetto , ma perche' dare la carta (fregatura) alle liquidazioni dei dipendenti pubblici ?
    premetto che non sono un lavoratore pubblico, ma 'sta mania di riversare sempre e tutto ai soliti non mi convince!

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    1. Infatti bisognerebbe darli ai creditori dello stato, ai titolari di bot, in conto stipendi

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