mercoledì 12 ottobre 2011

Aboliamo il 5 e l’8 per mille. Per tre buoni motivi

Sabato, 11 giugno 2011 - 13:00:00
Di Giovanni Esposito
Anche per il 2011, con la stagione delle dichiarazioni fiscali, sta per concludersi la gara per accaparrarsi il 5 e l’8 per mille dell’Irpef. Con questi sistemi, sei confessioni religiose e 42 mila enti di volontariato (?), si spartiscono una torta annua da 1,5 miliardi di euro.
Io non sono contro la solidarietà, ma esistono almeno tre buoni motivi per i quali, il meccanismo con cui lo Stato italiano ripartisce, in base alle scelte dei contribuenti, il 5‰ e l’8‰ del gettito fiscale IRPEF, fra le diverse confessioni religiose e agli enti che svolgono (presumibilmente) attività socialmente rilevanti, andrebbe abolito.
In linea di principio, gli scopi che si prefiggono i soggetti destinatari, come la conservazione dei beni culturali, l’assistenza ai rifugiati, la ricerca scientifica e sanitaria, il sostegno all’università, alle attività sociali ed allo sport, dovrebbero essere garantiti e svolti dallo Stato in prima persona e nell’interesse dell’intera collettività. Non esiste, quindi, ratio che ne giustifichi la delega a terzi ed a beneficio solo di alcuni.
Nei fatti una quota rilevante degli introiti raccolti, non subisce una reale destinazione sociale. Anzi, serve a finanziare, nelle migliori ipotesi, le spese “interne” di tali enti (300 milioni l’anno in stipendi per i sacerdoti), nelle peggiori, la corruzione ed il malaffare di inesistenti associazioni. Questa distorsione viene alimentata da un legislatore che, ostaggio di alcune lobby, non ha imposto un reale vincolo di destinazione per l’interesse generale, bensì un mero rendiconto ex post. In altri termini è sufficiente autocertificare come si è speso il danaro, senza che nessuno possa sindacare il come e perché.
Infine a differenza di come viene contrabbandato, la scelta di vincolare una quota del gettito Irpef non è a costo zero, anzi rappresenta una spesa per l’erario. Utilizzare questi fondi a riduzione del disavanzo pubblico, di cui rappresentano oltre il 3%, forse sarebbe il miglior fine sociale possibile.
http://affaritaliani.libero.it/economia/_5_8_per_mille_aboliti060611.html

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