domenica 2 ottobre 2011

Privatizzare? Vade retro

Giovedì, 29 settembre 2011 - 12:13:44

Di Giovanni Esposito
Premessa. Privatizzare, in linea di principio, è cosa buona e giusta. Lo Stato italiano possiede, direttamente e/o indirettamente, partecipazioni, concessioni ed immobili. Teoricamente c'è molto da vendere, ma poche attività sono liquide e si rischia di svendere per la necessità di fare cassa.
Ciò premesso, in tempi brevissimi si potrebbero cedere le partecipazioni delle quotate per un controvalore (alle quotazioni di  venerdì 23 settembre 2011) di 25 miliardi di euro.

Cosa ci dice un'analisi costi/benefici?
Senza considerare la rivalutazione in conto capitale (valore del titolo), nei fatti l'introito delle privatizzazioni servirebbe a non emettere nuovi titoli di Stato.
Costi: minori incasso di dividendi. Per quantificare i dividendi si immaginano due scenari: nel primo la cedola distribuita calerebbe nel 2012 al 50% del 2011, per risalire a tale valore solo 2017; nel secondo il calo sarebbe al 75% nel 2012 per ritornare a livello 100 nel 2014.
Benefici: interessi sul debito non corrisposti in base alle ultime aste di titoli di Stato.
L'analisi porta ai seguenti risultati:



tabella crisi debito
In altri termini, gli interessi sul debito non corrisposti sarebbero talmente inferiori ai dividendi non incassati che, a 10 anni senza considerare la possibile rivalutazione del corso delle azioni, la perdita sarebbe del 25%, del 47% se non superiore.

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