martedì 4 ottobre 2011

La truffa

Lunedì, 25 luglio 2011 - 10:53:00
Qualcuno prima di me ha detto che si nasce incendiari e si muore pompieri.
A metà degli anni novanta, quando ero intellettualmente in fasce e quindi incendiario, mi divertivo, con un amico, a scrivere canzoni. In una di queste, riflettendo sull’allora situazione politica, ebbi modi di raccontare, in versi, che, in fondo, si trattava di una Truffa.A distanza di tanti anni, forse non sono maturati per me i tempi di spegnare gli incendi, è, però, certo che la classe politica uscita dalle ceneri di tangentopoli, avendo miseramente fallito ci abbia truffato: infatti rileggendo il testo, non sembra riferirsi al 1997, bensì ad oggi … 
La truffa (Clicca qui per ascolatare l'audio)
Mio nonno partigiano
con una bandiera rossa sempre nella mano
ucciso da un fratello con la camicia nera
e con la stesso sangue nella vena.
mio padre comunista per vendetta
vendeva per strada la salvezza:
era il primo 25 aprile
in cui è stato tranquillamente possibile dormire.
Lui scese in piazza
ed aveva fra le mani una mazza
che manteneva un cartello
con su scritto a stampatello:
w la libertà.

A molti venne voglia di partire
a noi fu detto che c’era un Italia da ricostruire.
Per quarant’anni abbiamo costruito
ciò che era possibile del non consentito:
ponti che non andavano da nessuna parte
e scuole senza alunni nella classe;
città senza strade per arrivarci
e ragazzi che volevano imparare e nessuno voleva provarci.
Anni in cui alcuni hanno rubato
ma troppi ne hanno approfittato
poi qualcuno è finito in galera
ma non è sempre stata giustizia sincera.

Dopo di questi
sono venuti tempi diversi:
i politici ora portano la toga
è strano, ma li si vota
nei loro tribunali senza imputati
ci siamo noi, i condannati.
Tutti vendono la terra promessa
ed un biglietto per la salvezza:
meno tasse con il presidenzialismo
più lavoro con il federalismo;
la ricetta sembra un po’ buffa
ma, forse, è la solita truffa.

Ora anche mio padre è partito
per dove a nessuno di tornare è consentito
l’unica cosa che mi hanno lasciato
è la libertà per cui avevano lottato
la libertà di dire
a chi governa ciò che il cuore ci fa sentire
senza che nessuno ci possa bastonare
fin dentro una cattedrale.
Ma ora io chiedo
a loro che, forse, sono in paradiso:
che senso ha parlare
se non c’è nessuno che vuole ascoltare?

11-12 gennaio 1997 (Terza strafa modificata il 23 maggio1997)

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